La settimana appena conclusa è stata caratterizzata dalla debolezza dei paesi emergenti che fino ad oggi avevano retto meglio l'urto della correzione che interessa l'area; i mercati dell'area rimangono condizionati dalle notizie sull'inflazione. Gli indici che registrano le maggiori perdite in settimana sono quello cinese, quello coreano e infine quello russo; quest'ultimo dovuto all'indebolimento del prezzo del petrolio. Raggiungono nuovi massimi invece gli indici americani; in particolare il Nasdaq che si trova ora sui livelli del 2007, azzerando completamente la crisi. Anche in Europa in settimana gli indici trovano vigore, in particolare da segnalare il Dax che riesce a superare la resistenza a 7200 punti con la miglior performance tra i mercati del Vecchio Continente. Alla base di questo movimento vi sono un crescente ottimismo sulla crescita, mentre i prezzi del debito pubblico calano lentamente ma in modo costante. In Europa, in calo solo la Spagna e i paesi nordici, quest'ultimi indeboliti dalla debacle di Nokia. Tra i comparti settoriali, si conferma la tendenza alla normalizzazione nei rapporti di forza relativa: ritrovano forza chimici, industriali e auto.Debole invece, come detto, il petrolio. In ambito Forex, l'Euro guadagna posizioni su Franco e Yen, nonostante tra i Cds di stati e banche si segnala qualche incremento. Continua a scendere il Bund, il mercato obbligazionario rimane decisamente debole.