La scorsa settimana ci sono stati dei risvolti contrastanti per gli indici internazionali. La correzione di mercato è stata innescata da Cina e dai paesi periferici dell'area Euro. Il mercato ha visto alternarsi fasi positive a correzione più o meno marcate; nel complesso però non è cambiato il quadro tecnico in maniera significativa. Una correzione fisiologica quindi, giustificata da un rialzo che dura ininterottamente da dieci settimane. Tra i mercati più profittevoli, si evidenzia, una volta tanto, il Nikkei, capace di recuperare posizioni fin tanto da tornare sopra 10000 punti. Il Dax, invece, conferma la sua forza facendo segnare il miglior rendimento tra i mercati europei; quello peggiore, invece, spetta all'Italia. Il motivo è da ricercare nella debolezza del settore bancario italiano, il settore in settimana infatti registra un -1,6%.
Sul mercato obbligazionario, settimana di nuovi ribassi dei prezzi soprattutto in Europa sulla scia della crisi irlandese. Riamane ancora da vedere che ripercussioni avrà la crisi Irlandese soprattutto sui paesi più deboli, Spagna e Portagallo in primis.I due paesi non risultano così vulnerabili quanto l'Irlanda il cui sistema bancario ha di recente aumentato la propria dipendenza dalla Banca Centrale europea.
Anche le materie prime hanno ceduto terreno questa settimana sempre in risposta alla stretta monetaria cinese (che ha aumentato di mezzo punto il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche), il loro andamento sarà quindi molto influenzato dalla capacità della Cina di poter frenare le spire inflazionistiche senza compromettere la crescita economica. In settimana anche oro e petrolio si sono mossi in correzione.