lunedì, luglio 05, 2010


Settimana negativa per i mercati internazionali che in modo generalizzato mostrano ribassi su tutti gli indici. Le vendite sono state innescate dal timore di un rallentamento dell'economia mondiale, in particolarmodo dell'economia cinese ; in settimana è uscito il Superindice cinese +0,3% a fronte del 1,2% del mese precedente.


Dal punto di vista tecnico i mercati americani hanno violato i minimi di giugno, confermando la formazione di un trend ribassista. Questa considerazione rende necessaria una interpretazione più prudenziale e più opportunistica nell'affrontare i mercati dei prossimi mesi. La ripresa di un trend positivo non è comunque del tutto da scartare, ma solo il mercato potrà confermarlo nei prossimi mesi, con il recupero e il mantenimento dei supporti violati.


Dal punto di vista macroeconomico sui listini hanno pesato i dati sul mercato del lavoro americani diffusi prima dell'inizio delle contrattazioni venerdì; sebbene il tasso di disoccupazione a giugno sia sceso al 9,5% dal 9,7%, del mese precedente, la perdita di posti di lavoro nei settori non agricoli, pari a 125.000 unità, si è rivelata superiore al consensus che era fissato a 100.000. A deludere sono stati poi anche i dati sugli ordini all'industria, dimuniti dell'1,4% a maggio a fronte di attese per un calo più contenuto, pari allo 0,6%. Il rallentamento economico è stato confermato anche giovedì dalle richieste di sussidio alla disoccupazione rivista al rialzo a 472.000 unità (stima a 452.000). Inoltre sotto le attese sono stati anche ; l'indice Ism manifatturiero, sceso nel mese di giugno a 56,2 punti, e quello relativo alle vendite di case con contratti in corso che a maggio ha registrato un crollo del 30%, ampiamente superiore alle previsioni degli analisti che si attendevano una flessione più contenuta, del 12,5%. Solo la spesa per costruzioni ha sorpreso positivamente, segnando comunque un calo dello 0,2% a maggio (-0,8% le attese). Non hanno fatto meglio i dati sulla creazione dei posti di lavoro nel settore privato che nel mese di giugno hanno registrato 13.000 posti a fronte dei 60.000 attesi , mentre contiene i cali l'indice Pmi di Chicago che, pur registrando un calo a 59,1 punti dai 59,7 di maggio, si è attestato sopra il consensus, fissato a 59 punti. Infine da segnalare inizio settimana scorsa il crollo della fiducia dei consumatori americani ; l'indice a sorpresa è crollato a 52,9 punti nel mese di giugno dai 62,7 del mese precedente (stima 62,8 punti).


S&P 500: ha violato infatti i minimi raggiunti a maggio e a giugno, soglia fondamentale per impedire il cambio di trend generale. Anche le medie mobili denotano debolezza, invertendo la loro direzione al rialzo.
Nasdaq Composite: l'indice ancora forte rispetto ai titoli industriali, anche se la forza relativa è in leggero calo nelle ultime settimane.
Dow Jones Industrial : trend di lungo messo in pericolo dalla rottura dei supporti in area 9900-10000. Ora i livelli di sostegno sono a 9400/9500, poi area 8700.

Per quanto riguarda i Mercati Europei;

Per i mercati europei pesa la notizia che Moody's potrebbe declassare il rating del debito pubblico della Spagna di due "notch" alla luce delle deboli prospettive di crescita del Paese.
Dax: l'indice ha una situazione tecnica migliore ad altri indici europei, anche se il trend sta perdendo forza.
Per quanto riguarda il Ftse Mib, l'indice mantiene la cronica debolezza in termini relativi rispetto all'azionario europeo. L'indice sta già facendo registrare massimi descescenti.

Avanzano in settimana i comparti difensivi, perde posizione l'oro mentre si rafforza il Bund.