lunedì, giugno 15, 2009

Report 24 settimana

La settimana appena trascorsa ha visto gli indici americani oscillare intorno a stretti range, congestionando fra due margini, molto vicini tra loro.
Poco mosse le borse europee: l'indice italiano rimane ancora sotto i 21.000 punti e oscilla tra i 19.858 punti e i 20.629, mentre il Dax rimane ancorato ai 5.000 punti schiacciato dalla media mobile a 250 che fa da resistenza ai 5100 punti.

Molto tonici, per il resto, gli indici dei paesi emergenti che confermano la loro forza relativa. Molto importante sarà l'incontro fissato per domani in cui i paesi in questione stabiliranno come impiegare le loro riserve valutarie, soprattutto per la paura di un'ulteriore caduta del dollaro; per gli investitori di tutto il mondo potrebbe quindi rappresentare una grossa opportunità per capire gli asset che saranno oggetto di investimento. La questione del deficit Usa previsto per l'anno in corso ( valore record di 1.850 miliardi di dollari più 787 miliardi di stimolo all'economia) preoccupa non poco i paesi emergenti per le riserve in dollari che essi detengono pari circa a 2.800 miliardi.

Fronte Macroeconomico; il tono del mercato è stato raffredato da alcuni dati macro. Venerdì è uscito il dato sulla fiducia dei consumatori americani, elaborato dall'Università del Michigan, in incremento da maggio anche se meno delle attese: il mercato si aspettava un incremento a 69,50 punti, anzichè a 69. Notizie contrastanti anche sul fronte dei prezzi delle importazioni. In maggio sono aumentati dell'1,3% rispetto ad aprile, il maggiore incremento dal luglio 2008, contro però il consensus di mercato che si aspettava un 1,5%.

Lo scenario vede ancora la maggior parte degli indici di mercato all'interno di un mercato ribassista. Le oscillazioni di inizio giugno, fanno però propendere per una fase di accumulazione. La continuazione di questo fenomeno ha come effetto quello di aumentare la probabiltà che la fase che stiamo vivendo non sia più ribassista ma laterale di accumulazione. Alcuni paesi però tra cui i Bric ( Brasile, Russia, India e Cina) hanno già abbandonato la fase ribassista.