lunedì, ottobre 07, 2013

Articolo di Buddy Fox....

Soft landing”, più semplicemente “atterraggio morbido”, per un abile pilota d’aereo è un esercizio semplice, quasi di routine, per un banchiere centrale è invece un traguardo, un sogno, un’utopia o peggio una chimera.

Agevole impugnare una cloche dopo molte ore di esercizio, ben più difficile guidare il mondo da uno scranno, anche esso sia quello della Fed, la più importante e potente banca centrale del pianeta, le ore di studio e di esercizio non sono mai abbastanza. Ogni volta è come la prima volta, e tutte le volte si accollano le speranze e le responsabilità di un “soft landing” (atterraggio morbido dell’economia) al governatore della Fed di turno: nessuno ci è riuscito in passato, nemmeno Alan Greenspan il governatore per ogni emergenza, e non ci è riuscito nemmeno Bernanke che della Grande Depressione conosceva ogni particolare, discorso a parte su Paul Volcker che dell’inflazione fu il grande domatore.

Ogni volta è come la prima volta, ogni volta si dice: “questa volta sarà soft landing, l’economia frenerà ma non crollerà prima di ripartire”. A corroborare queste analisi (che assomigliano più a un atto di fede che a una concreta possibilità) è l’ultima decisione della Fed che lascia immutato il Quantitative Easing, sorprendendo anche i più ottimisti, come se Bernanke volesse tappezzare di denaro tutte le piste di atterraggio del mondo, rendendo agevole l’arrivo anche alle economie più goffe.

Alla domanda “qual è il più grande hedge fund della storia?” Warren Buffett ha risposto: “facile, la Federal Reserve” e ha aggiunto“sono favorevole a un terzo mandato per Bernanke, se hai un fuoriclasse a disposizione non lo tagli fuori”. Ma il pompaggio di moneta prima poi dovrà arrestarsi e Bernanke lo sa bene, anche per questo credo che il re del Dollaro abbia deciso di abdicare. Ci si ritira quando si è in cima e non quando ormai si è affondati. La nuvola nera che Greenspan aveva passato a Bernanke, ora viene lasciata alla Yellen, difficile immaginare un lieto fine per questa storia. Niente “soft landing” anche questa volta servirà il paracadute.

FTSEMIB: attenzione attenzione, ora Roubini è diventato rialzista! “E’ l’ora di comprare azioni” ha detto l’economista intervenendo alla conferenza Inside Commodities. Per anni Roubini è stato il nostro indicatore contrarian (se lui dice “vendere” noi compriamo), e fino a oggi è stato preciso, ma questa volta potrebbe aver ragione. All’ottimismo di Roubini si aggiunge la copertina del Time che celebra il Toro, per molti si avvicina il momento dell’euforia. Per noi diventerà prudenza, attenzione Wall Street è vicina al top. Piazza Affari per fortuna ha la strada spianata, noi possiamo salire ancora, sopra 18,000 sarà allegria!

TELECOM: si potrà dire che tutto il male è cominciato con Colaninno, che ha ingozzato di debito una compagnia sana e snella. E da lì in peggio, prima Tronchetti che ha svuotato la cassa e poi la Telco che ha totalmente snobbato i piccoli azionisti. Oggi la nuova beffa, si dirà almeno Colaninno un’Opa l’ha lanciata, si è preso il bottino ma ha anche elargito a chi era in fondo alla cascata. Oggi Telefonica vuole comandare senza avere la maggioranza, sembra di essere tornati alla prima privatizzazione, quando il consorzio degli Agnelli comandava con il 6,67%. La battaglia non è finita, Telecom questa volta farà contenti tutti.

CHL: siamo solo all’inizio della grande festa, ora superiamo 0,055

TISCALI: la prossima preda? Crediamoci.
Buddy Fox
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martedì, novembre 20, 2012

Rimane ancora invariato il cambio Euro Dollaro che rimane però sotto al vecchio supporto a 1,28 €. Le tensioni della scorsa settimana relative al caso "Grecia" e le preoccupazioni di un mancato accordo sul "Fiscal Cliff" americano hanno spinto al rialzo le quotazioni del bund che si avvicina dinuovo ai massimi di periodo

lunedì, giugno 04, 2012

Anche Obama ci chiede di fare di più in Italia per fermare un'eventuale contagio causato dall'uscita della Grecia dall'Euro. Peggiorano i dati su disoccupazione in America e Europa, sul Pil in America; meno brillante delle previsione e sull'attività economica in Cina, in netto calo. Intanto a livello europeo si inizia a parlare di aumentare il tetto sui depositi bancari (attualmente di 100.000 €) .....forse per combattere un effetto contagio sulle banche dei periferici più deboli? o forse per arrestare il flusso di capitali che già da tempo sta lasciando i depositi bancari dei Piigs a favore di Germania e Francia? quest'estate si ballerà molto .....spero non il sirtaki...

lunedì, maggio 28, 2012

Oggi arrivano dei segnali positivi dal fronte greco.
Il Fondo Finanziario di Stabilità oggi ha sborsato circa 18 miliardi di euro alle prime quattro banche greche come dal piano di ricapitalizzazione. Panayotis Thomopoulos a capo del fondo ha rilasciato un intervista al telefono mettendo in luce il piano nel dettaglio
La secondo notizia della giornata è che Nuova Democratia, il partito ellenico che aderisce al piano di austerità imposto dalla Troika è risultato primo in tutti i 6 polls pubblicati il 26 Maggio relativi alle elezioni di Giugno.

mercoledì, gennaio 04, 2012

Andamento Cross Euro Dollaro Australiano



giovedì, maggio 05, 2011

Wall Street chiude in rosso; a indebolire le piazze del paese a stelle e strisce sono stati i deludenti dati macroeconomici pubblicati in giornata. E' stato, infatti, reso noto che la stima ADP sul mondo del lavoro ha evidenziato una crescita nel mese di aprile di 179 mila impieghi. Il dato è risultato inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un incremento di 198 mila posti di lavoro. Le piazze azionarie si sono ulteriormente indebolite giovedì sulla scia del deludente dato macro sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione; salite di 43 mila unità da 431 mila unità a 474 mila unità (le attese da parte del mercato erano fissate a 410 mila unità).

lunedì, aprile 11, 2011

Settimana di borsa tutto sommato ancora positiva per i mercati azionari internazionali, anche se, a parte qualche eccezione, l'impressione è che gli indici, con la grande corsa iniziata dai minimi di marzo, ora abbiano un pò il fiatone. Il che non mette in tensione lo status del trend di medio lungo (che infatti lo storno dovuto a Giappone e Libia non ha intaccato) ma pone piuttosto l'attenzione sul breve periodo dove alcune situazioni di stress degli indicatori potrebbero portare a ripiegamenti fisiologici. L'S&P 500, infatti, si è ritrovato per diverse sedute ad accarezzare l'area dei massimi del 2011 sui livello dei 1330-1340 punti, senza però avere mai la spinta giusta per effettuare il breakout rialzista. Gli indici europei, sia quelli regionali, sia quelli dei singoli paesi, evidenziano un trend continuativo rialzista nelle ultime ottave: una pausa sarebbe utile per affrontare con più forza le resistenze statiche poste innanzi. In particolare, per l'S&P 500, il breakout di area 1330 1340 darebbe il là ad un movimento positivo confermato, una vera e propria gamba rialzista con target in area 1400. Parallelamente, sugli altri indici, si assisterebbe ad un apprezzamento dei corsi azionari, con i beta propri di ogni mercato rispetto a quello americano. Quanto alla settimana appena trascorsa, si conferma la correlazione tra trend positivo degli indici e rialzi sul cross Euro Dollaro; quest'ultimo sta violando la trend ribassista primaria e si inserisce in un contesto di confermata forza della valuta europea, pur in presenza di problematiche serie (ma forse già scontate dal mercato) sul debito sovrano (vedi Portogallo). La dinamica dei tassi di interesse ha nuovamente indebolito l'obbligazionario, anche se il movimento era stato già in gran parte anticipato negli ultimi mesi. Sul mercato delle materie prime sono risultati ancora forti oro e petrolio, con nuovi massimi di periodo, elemento che va a legarsi con le tensioni inflazionistiche già percepite dai mercati. La tonicità delle commodities rafforza in ambito settoriale comparti come la Chimica, le Risorse di Base e l'Oil & Gas. Bene, tra gli emergenti, Cina e Turchia.

lunedì, aprile 04, 2011

Report

I rialzi azionari di questa settimana hanno portato gli indici in prossimità dei massimi toccati un mese fà, cancellando i ribassi causati dal terremoto giapponese e dalla guerra nordafricana. Sul fronte macroeconomico sono state riviste al ribasso le stime di crescita mondiale. Alla luce di queste previsioni, i primi dati macroeconomici segnalano un rallentamento dei consumi negli Stati Uniti rispetto ai dati sulla produzione, inoltre ad alimentare i dubbi sulla continuità della ripresa in atto è l'ascesa senza freno del prezzo del petrolio. Sul mercato del reddito fisso, i titoli di stato hanno perso terreno per la seconda settimana consecutiva sorpresi dal dato sull'inflazione europea e dalla forza dell'Euro, che si apprezza rispetto alle altre valute nonostante le pessime notizie dal Portogallo e dall'Irlanda (il mercato sconta per certo una stretta monetaria della Bce per il 7 aprile) . Sul mercato azionario, settimana di sovraperformance degli emergenti rispetto ai paesi sviluppati, l'imminente stretta monetaria in europa rende quindi di nuovo attraente l'investimento in emergenti. In particolare, bene gli indici americani e tra gli europei, bene il Dax tedesco, spinto all'insù dai comparti più pesanti dell'indice: industriali, chimici e risorse di base. I deludenti andamenti del settore bancario e dei finanziari (vedi Portogallo e Irlanda) hanno invece penalizzato l'indice italiano e spagnolo. Per quanto riguarda le materie prime, si segnala un rialzo del 2% in dollari; bene agricoltura e materie prime, male i metalli di base. Il tema della settimana entrate è verificare il proseguimento dei rialzi in atto e se tale movimento si rafforzerà nel medio periodo o se invece il secondo trimestre del 2011 si indebolirà sulla spinta dei dati macro e delle notizie provenienti dall'earning season statunitense. Intanto il Vix ( volatilità ) fa segnalare una riduzione tornando con forza sotto quota 20.

martedì, marzo 29, 2011

Settimana di borsa positiva per gli operatori finanziari che ritrovano fiducia dopo le sedute di tensione. Le nubi relative al terremoto in Giappone e alla crisi libica, non si sono però completamente dissolte. In particolare, in Giappone si registra una parziale fusione delle barre di combustibile usato al reattore numero due della centrale nucleare di Fukushima ed la perdita dell'acqua altamente radiottiva contaminata dalle barre. In Libia invece gli insorti hanno annunciato la conquista della città natale di Gheddafi. Inoltre in settimana si sono anche diffusi nuovi timori sulla tenuta del debito portoghese. Gli indici sono stati comunque capaci di registrare performance positive consistenti: nel Vecchio Continente tutte le performance sono state sopra i tra punti percentuali: in particolare Francia e Germania hanno registrato incrementi del 4,19% e del 4,10%. Buone i risultati anche degli altri paesi sviluppati giudati dal 2,91% del Giappone. Anche tra gli emergenti segni positivi generalizzati, dove si distinguono in particolare il Cile (6,47%) che sembra aver interrotto la prolungata fase correttiva, ma anche la Cina (4,74%) e soprattutto India (5,13%). Ancora debole la Turchia, che segna un più modesto 0,90%. Nel mercato Forex, l'Euro rimane forte nonostante le pressioni provenienti dalla situazione portoghese. Tra le commodities, positivi sia petrolio sia oro, dopo i cali della settimana scorsa. In diminuzione, invece, la volatilità dopo il forte aumento registrato nella settimana precedente.

lunedì, marzo 21, 2011

Settimana di borsa condizionato dal terribile terremoto che ha colpito il Giappone. Si è aggiunto, sul finire di settimana, l'acuirsi della crisi in Libia, con l'ipotesi Onu di un intervento volto a far cadere il regime di Gheddafi. Intano sui listini internazionali si sono abbattute forti vendite, specie nella prima parte della settimana quando si sono susseguite notizie provenienti dal Giappone. Poi gli indici sono stati capaci di reagire: nel Vecchio Continente Ibex e paesi noridici hanno chiuso in parità, mentre hanno sofferto Dax, Cac e Ftse Mib. Nel resto del mondo, l'azionario giapponese chiude l'ottava con circa 10 punti percentuali di perdita, mentre gli indici americani chiudono con un passivo limitato al 2%, in recupero comunque dai minimi della settimana. Tra gli emergenti segni contrastanti: positivi Russia, Cile Malaysia e Corea mentre i mercati cinesi risentono della situazione in giappone. Tra gli indici settoriali hanno recuperato limitando i danni Assicurazione, Health Care e Telecom, più resistenti Oil & Gas, Costruzioni e Industriali. Nel mercato Forex, dopo un rally lo Yen è tornato sulle posizioni di inizio settimana con un Euro che ha recuperato posizioni anche sul Dollaro Usa, raggiungendo ormai livelli critici di resistenze dinamiche. Tre le materie prime, in calo sia petrolio sia oro, mentre hanno recuperato posizioni i metalli industriali. In forte aumento la volatilità, l'indice Vix ha toccato quota 31 per poi indebolirsi e tornare in area 24.

lunedì, marzo 14, 2011


Settimana di borsa caratterizzata da segni meno sui mercati azionari internazionali che non riescono a trovare la forza che ha caratterizzato le prime settimane di gennaio. Il precipitare degli eventi in nord Africa, il caro prezzi delle materie prime e la discesa del Dollaro e ora, anche l'impatto economico del terremoto in Giappone, stanno apportando tensione al mercato che si trova in situazioni di incertezza.
Nel mercato americano l'S&P 500, nell'ultima settimana recupera sul finale il supporto a 1300 punti migliorandone l'impostazione. Nel Vecchio Continente a differenza dell'America gli indici principali hanno registrato una maggiore debolezza. Il tema della settimana entrante sarà quindi di verificare quale dei mercati darà la direzione al trend, se quello americano improntato maggiormente al rialzo rispetto a quello ribassista europeo. Rimangono inoltre deboli i mercati emergenti, che fanno registrare cadute fino ai 4 punti percentuali di Cina e Corea. Da inizio anno questi mercati stanno decisamente mostrando una perdita di forza relativa. In recupero solo la Turchia. In tema di comparti settoriali, molto colpiti quelli legati alle risorse di base mentre hanno tenuto le posizioni solo Food e Telecom. Sul fronte valutario, l'Euro ha manifestato la medesima tendenza di deprezzamento verso la generalità delle valute: il cambio verso il Dollaro ormai è giunto in area 1,40/1,41. L'obbligazionario, grazie alle difficoltà dell'equity, recupera qualche posizione: le scadenze lunghe arrivano a guadagnare fino a 50 bps.

venerdì, febbraio 11, 2011



La settimana appena conclusa è stata caratterizzata dalla debolezza dei paesi emergenti che fino ad oggi avevano retto meglio l'urto della correzione che interessa l'area; i mercati dell'area rimangono condizionati dalle notizie sull'inflazione. Gli indici che registrano le maggiori perdite in settimana sono quello cinese, quello coreano e infine quello russo; quest'ultimo dovuto all'indebolimento del prezzo del petrolio. Raggiungono nuovi massimi invece gli indici americani; in particolare il Nasdaq che si trova ora sui livelli del 2007, azzerando completamente la crisi. Anche in Europa in settimana gli indici trovano vigore, in particolare da segnalare il Dax che riesce a superare la resistenza a 7200 punti con la miglior performance tra i mercati del Vecchio Continente. Alla base di questo movimento vi sono un crescente ottimismo sulla crescita, mentre i prezzi del debito pubblico calano lentamente ma in modo costante. In Europa, in calo solo la Spagna e i paesi nordici, quest'ultimi indeboliti dalla debacle di Nokia. Tra i comparti settoriali, si conferma la tendenza alla normalizzazione nei rapporti di forza relativa: ritrovano forza chimici, industriali e auto.Debole invece, come detto, il petrolio. In ambito Forex, l'Euro guadagna posizioni su Franco e Yen, nonostante tra i Cds di stati e banche si segnala qualche incremento. Continua a scendere il Bund, il mercato obbligazionario rimane decisamente debole.

lunedì, gennaio 24, 2011


Settimana di correzione per gli indici azionari. L'Eurostoxx 50 torna a ritestare i 3000 punti per poi ritracciare, l'impostazione dell'indice rimane comunque sostanzialmente invariata. Prende una pausa invece l'indice tedesco Dax dopo un rialzo durato per tutto il 2010, che ha visto l'indice superare i massimi a 6.300 punti. Nella settimana appena trascorsa sono giunti segnali positivi a livello macro; i dati di attività economica hanno evidenziato il nuovo massimo storico per l'indice Ifo Tedesco. Bene il dato del Pil cinese del quarto trimestre, mentre rassicurano le notizie derivanti dall'america con il dato sui sussidi alla disoccupazione settimanali a 404.000. In settimana l'elemento di maggior interesse è stata una decisa rotazione settoriale dei comparti azionari. In Europa a beneficiarne sono, come la settimana precedente, i titoli bancari e assicurativi, che ritrovano vigore interrompendo il trend ribassista che li ha contraddistinti per tutto il 2010. Ne hanno fatto le spese quindi i settori azionari a più alta forza relativa nell'ultimo anno; Chimica, Materiali di base, Beni per la Casa e la Persona, Industriali. Questa rotazione settoriale ha di conseguenza favorito gli indici europei con un maggior peso di titoli bancari e finanziari come Ftse Mib e Ibex, mentre il Dax ha chiuso in rosso prendendosi una pausa dopo il prolungato rialzo. Anche sul mercato americano ha visto un cambiamento di settori; i titoli tecnologici e quelli a media- piccola capitalizzazione stanno perdendo forza relativa rispetto al mercato. Gli indici azionari in conclusione rimangono ancora con un'impostazione positiva, seppure siano prossimi ad importanti livelli di resistenza (1300 per l's&P 500 e 7200 per il Dax). Ritracciano in settimana perdendo forza tutti i mercati azionari emergenti eccetto l'India che realizza una performance positiva, dopo però settimane di debolezza. I mercati obbligazionari emergenti risentono negativamente del surriscaldamento delle relative economie; in settimana Brasile e Polonia hanno infatti aumentato i tassi ufficiali. In ambito cambi, infine, l'Euro recupera su quasi tutte le valute grazie al buon andamento del comparto finanziario e all'allentamento della crisi europea.

lunedì, gennaio 17, 2011


La settimana appena trascorsa si è aperta con le stesse incognite della precedente e con gli indici internazionali piuttosto deboli. Una decisa sterzata è arrivata con le notizie riguardanti il buon successo delle aste dei titoli di stato portoghesi, guidati dagli acquisti della Bce, elemento che ha riportato gli indici in territorio positivo. Sui mercati azionari, settimana positiva di rialzo dei principali indici, su dati economici migliori delle attese. La stagione degli utili statunitensi del quarto trimestre sta confermando il trend di crescita di utili e fatturato. Forte rialzo in settimana per i mercati azionari europei del settore bancario e finanziario e quindi per i panieri europei ad alto contenuto finanziario (Ftse Mib, Ibex), mentre hanno sottoperformato i settori europei più difensivi. Emergenti in generale recupero anche se non manca qualche segno meno (come India e Turchia). In campo valutario, si conferma la correlazione tra borse ed andamento dell'Euro: questa settimana la valuta europea recupera sulla generalità dei cross. L'euro si è rafforzato inoltre per via di timori inflazionistici e dalla possibilità di un aumento dei tassi di interesse da parte della Bce.

La minaccia inflazionistica sembra essere sempre più realistica anche per i paesi emergenti. Le banche centrali potrebbero essere costrette a rivedere la propria politica monetaria attraverso il rialzo dei tassi di interesse e la rivalutazione dei cambi. Questo ovviamente causerebbe un freno alla crescita.

In conclusione l'andamento degli indici azionari in settimana ha rafforzato gli indici più deboli mentre ha consolidato quelli più forti, rimane anche rialzista il trend di medio periodo. Restano alti i livelli di ipercomprato e la possibilità di storni o correzioni.

Indice Vix: è ormai sul supporto fondamentale a quota 16, in un contesto di downtrend pronunciato. Sono possibili correzioni e aumenti di volatilità sui mercati azionari nelle prossime sedute

lunedì, gennaio 10, 2011

Settimana di rientro...


Settimana di rientro dalle festività che ripropone interessanti temi per le varie asset class. Il 2011 si è aperto su una nota positiva, con dati economici più forti del previsto, azioni in rialzo ed obbligazioni in ripiegamento. Tra gli indici azionari del Vecchio Continente troviamo segni più per Dax, Cac, Ftse e persino Ftse Mib, quest'ultimo grazie alla componente "Oil" del paniere; in calo pesante solo l'indice spagnolo. Gli indicatori sono in forte ipercomprato per cui molto probabilmente sono possibili sull'azionario dei ribassi per fare uscire gli indicatori da questa fase. Gli spread dei paesi periferici di Eurolandia hanno subito l'ennesimo allargamento, anche se Spagna e Portogallo hanno comunicato di essere in grado di centrare gli obiettivi di deficit per il 2010. Nonostante questo, i credit default swap sui debiti pubblici dei paesi europei periferici sembrano mostrare che il mercato prevede un peggioramento della situazione in essere. Ne è conferma l'aumento degli spread dei titoli del debito bancario area euro senior e la caduta dell'Euro rispetto le principali valute.

Le materie prime sono risultate in calo di circa il 2% questa settimana, su timori che la stretta monetaria in atto in Cina possa determinare un calo della domanda. Anche le voci di regolamentazione per impedire a singoli operatori di detenere rilevanti quote dello stock di materie prime presso le borse merci a contribuito al ridimensionamento delle quotazioni.
Grafico Euro vs Franco Svizzero: il cross eur/chf fa registrare nuovi minimi, la debolezza dell'euro è determinata dall'incertezza sul debito pubblico dei paesi periferici di Eurolandia.

mercoledì, dicembre 22, 2010


Il titolo ha toccato i 47 euro per cinque volte ritornando indietro, mostra una figura ad accumulazione posizionarsi long alla rottura delle resistenza a 47 euro, occhio ai falsi segnali!molto importante vedere i volumi

Settimana di borsa che conferma le difficoltà europee in tema di debito pubblico governativo. Tra le asset class di investimento si sono registrate forti diminuzioni dei prezzi dei titoli di stato a causa della crisi dei paesi europei che sembra ora allargarsi anche verso Francia e Germania: ne è evidenza il ribasso del bund tedesco. In questo contesto di incertezza, gli investitori visto i rialzi dell'azionario delle ultime settimane sembrano spinti verso attivi più rischiosi. Tra questi selezionando i settori meno indebitati, come l'azionario industriale. I titoli invece bancari e assicurativi, avendo in bilancio quantità elevate di titoli di stato rimangono sfavoriti dagli investitori. La situazione dei mercati appare ancora statica con gli indici azionari occidentali vicini ai massimi del 2010 ( Dax, s&P 500, nordici), mentre gli emergenti stanno tirando ancora il fiato, dopo il surriscaldamento degli ultimi mesi. Sul mercato dei cambi dopo il rally di inzio anno, il dollaro sta terminando il 2010 in ribasso del 3% rispetto alle principali valute. Molto probabile che l'andamento del biglietto verde possa continuare in modo erratico, con ampie oscillazioni indotte dai deficit fiscali negli Stati Uniti e dalla debolezza dell'Europa perifierica. Tra le commodities da segnalare la fase di consolidamento dell'oro. Ancora in ripiegamento gli indici obbligazionari, anche emergenti. Ripiega verso i minimi di periodo il Vix, elemento da non trascurare in quanto le probabilità di una fase correttiva di breve diventano piuttosto elevate. Allego grafico Vix : l'indice si appoggia a quota 16, in un contesto ribassista, potrebbe preludere a improvvisi aumenti di volatilità.

lunedì, dicembre 13, 2010


Settimana di borsa contrastata in settimana per le borse internazionali che mantengono una struttura tecnica positiva nel trend generale, manifestando però sul breve tendenze distinte. In settimana la notizia che ha influito maggiormente sugli indici azionari è stata la decisione da parte degli Stati Uniti di estendere i tagli d'imposta introdotte dalla vecchia amministrazione Bush e di introdurne di nuove. Il fine è quello di stimolare l'economia americana nel breve a tal punto di compensarne i costi di manovra. L'indice s&P 500 si conferma infatti in settimana l'indice più forte ne è conferma la chiusura verso i massimi di periodo. La crescita rimane comunque ancora stagnante ed è ancora prematuro parlare di espansione; gli effetti di stimolo infatti sono indotti dall'esterno dalla politica monetaria e fiscale anzichè creati dai player di settore; imprese, banche, famiglie e pubblica amministrazione.

In area euro si è assistito invece ad un'ulteriore ampliamento degli spread della periferia dell'area, con l'eccezione dell'Irlanda che ha approvato nuovo budget di austerità. Gli spread rimarranno tuttavia sotto pressione per via di cospicue nuove emissione obbligazionarie nel 2011.

I mercati emergenti hanno invece sofferto in settimana, in primo luogo Turchia e India. Il primo corregge all'interno del proprio trend rialzista mentre il mercato indiano, come pure altri paesi Bric come Brasile e Cina, sta tirando il fiato ( indice Bric -4,6% ad un mese). Riscontri positivi invece per Corea, Malaysia, Messico e Sudafrica. In settimana da sottolineare il dato di inflazione cinese al 5,1% e le conseguenze che tale dato potrebbe avere a livello globale se il governo cinese decidesse di introdurre ulteriori misure restrittive per correggerlo.

Sul fronte valutario, L'Euro si è indebolito verso tutte le valute, in particolare Sterlina inglese e Franco Sivzzero. La tensione sul debito periferico ancora non riesce a trovare uno sbocco definitivo, tanto da condizionare anche il mercato obbligazionario governativo. Le scadenze più lunghe, infatti, perdono in settimana tra lo 0,60% e lo 0,70%. (allego grafico bund; la quotazione del bund hanno infatti stornato verso i primi supporti a 129 e ora si appoggia al supporto statico in area 125).

lunedì, dicembre 06, 2010

Settimana tonica


Settimana di borsa tonica con recuperi su tutte le borse internazionali. Gli indici si portano di nuovo vicino ai massimi di breve. L'S&P 500 chiude la settimana sui massimi annuali in area 1220, nonostante il dato sull'occupazione americana che rimane preoccupante . Il bilancio settimanale rimane quindi positivo per azioni e materie prime, mentre negativo per le obbligazioni. Il mercato obbligazionario della zona periferica europea continua a registrare forti tensioni per l'indecisione dei paesi membri sulla politica di salvataggio da attuare verso i paesi dell'area euro in crisi. Bene in settimana l'asta di titoli pubblici spagnoli. Le tensioni, tuttavia, sul mercato obbligazionario europeo non sono finite. Bisogna aspettare le prossime pesanti scadenze di rimborso dei titoli di stato spagnoli e portaghesi per sciogliere la prognosi sullo stato di salute delle rispettive economie.

Sul mercato azionario, bene il Dax che chiude molto vicino ai massimi del 2010, trainato dai settori che, anche in ambito europeo si confermano come i più forti (Industriali, Chimica, Auto, Beni per la casa e la persona). Rimangono sottoperformanti, invece, bancari, assicurativi, utilities e telecom. Il loro andamento ribassista si riflette sulla minor performance di indici come Ibax e Ftse Mib a forte contenuto finanziario, penalizzati anche dall'aumento del rischio paese.

Riguardo le materie prime, settimane caratterizzata da robusti rialzi, dopo la correzione di metà novembre (sia energetiche, sia metalli preziosi) . Le quotazioni sono sostenute dalla domanda crescenti dei paesi emergenti. Ancora debole il Bund, ormai giunto comuque a supporti di discreta valenza.

Focus sul Ftse Mib; l'indice mantiene una bassa forza relativa rispetto all'azionario europeo. L'indice già da tempo sta facendo registrare massimi decrescenti. Pericolosamente vicino si supporti di area 19800 e sotto la trendline rialzista di medio periodo, rotta la scorsa settimana. (vedi grafico)

lunedì, novembre 22, 2010


La scorsa settimana ci sono stati dei risvolti contrastanti per gli indici internazionali. La correzione di mercato è stata innescata da Cina e dai paesi periferici dell'area Euro. Il mercato ha visto alternarsi fasi positive a correzione più o meno marcate; nel complesso però non è cambiato il quadro tecnico in maniera significativa. Una correzione fisiologica quindi, giustificata da un rialzo che dura ininterottamente da dieci settimane. Tra i mercati più profittevoli, si evidenzia, una volta tanto, il Nikkei, capace di recuperare posizioni fin tanto da tornare sopra 10000 punti. Il Dax, invece, conferma la sua forza facendo segnare il miglior rendimento tra i mercati europei; quello peggiore, invece, spetta all'Italia. Il motivo è da ricercare nella debolezza del settore bancario italiano, il settore in settimana infatti registra un -1,6%.

Sul mercato obbligazionario, settimana di nuovi ribassi dei prezzi soprattutto in Europa sulla scia della crisi irlandese. Riamane ancora da vedere che ripercussioni avrà la crisi Irlandese soprattutto sui paesi più deboli, Spagna e Portagallo in primis.I due paesi non risultano così vulnerabili quanto l'Irlanda il cui sistema bancario ha di recente aumentato la propria dipendenza dalla Banca Centrale europea.

Anche le materie prime hanno ceduto terreno questa settimana sempre in risposta alla stretta monetaria cinese (che ha aumentato di mezzo punto il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche), il loro andamento sarà quindi molto influenzato dalla capacità della Cina di poter frenare le spire inflazionistiche senza compromettere la crescita economica. In settimana anche oro e petrolio si sono mossi in correzione.

lunedì, novembre 15, 2010


Settimana di borsa negativa per quasi tutte le borse internazionali, sia quelle dei paesi sviluppati sia quelle emergenti. In particolare in Europa hanno sofferto ancora il Ftse Mib e il Cac, mentre solo la Germania ha limitato i danni.Le ricorrenti crisi tra i paesi membri dell'Unione monetaria europea stanno spingendo i paesi più solidi come la Germania, a richiedere la creazione di un meccanismo permanente di risoluzione delle tensioni finanziarie. La settimana ha visto ampi allargamenti degli spread, con un recupero finale sulle voci d'accesso dell'Irlanda ai fondi d'emergenza; questo ha causato una caduta degli indici obbligazionari. Sui mercati azionari gli indici americani hanno fatto segnare un 2% di perdite, ma sono state superiori le perdite dei paesi emergenti, tra cui spicca il Brasile, India e Cina. Quest'ultima mostra una situazione di surriscaldamento congiunturale, che ha prodotto il recente rialzo dell'inflazione (giunta al 4,4% ) . Importanti repercussioni sull'economia globale deriverà dal modo in cui Pechino gestirà questo surriscaldamento, se utilizzerà strumenti che vanno a rallentare la crescita o se interverrà con altri strumenti per allentare la pressione.

A livello settoriale si sono mantenuti positivi solo il comparto Auto e quello dei Beni per la casa e la persona, ma hanno limitato le perdite anche gli Industriali. Segni meno per gli Assicurativi, i Materiali da Costruzione e per il Settore Volo.

Sul mercato dei cambi, l'incertezza sui tempi d'accesso dell'Irlanda ai fondi di emergenza ha visto recuperare tutti i cross verso l'Euro, con il Dollaro che recupera quasi il 3%.

Questa settimana l'attenzione sarà rivolta alla tenuta del trend di breve dell'S&P 500, e all'ipotesi che una sua violazione potrebbe generare effetti correttivi nel breve. Il trend di medio e lungo rimane comunque positivo. In forte correzione anche le materie prime, anche se l'apprezzamento del dollaro ha attenuto in senso contrario le perdite, il motivo dello storno è da ricercare nella Cina e nella politica di raffreddamento della sua economia, essendo essa stessa la principale fonte di domanda di materie prime a livello globale.

lunedì, novembre 08, 2010


Settimana di borsa molto positiva per i listini internazionali che si rinforzano sulle notizie provenienti dagli USA; dalla monovra annunciata dalla Fed, dalle elezioni di midterm, e dai dati di crescita più forti delle attese. Questi tre eventi hanno prodotto effetti positivi per i prezzi degli assets sia per l'azionario sia per l'obbligazionario governativo. Riguardo all'esito elettorale, la vittoria dei Repubblicani rende più probabile concessioni della Casa bianca alle imprese. Riguardo la nuava fase di easing quantitativo (immissione di circa 900 miliardi di dollari fino alla fine di giugno 2011) spinge a spostare i propri asset dall'obbligazionario (meno attraente in un'ottica di lungo termine sia per la minore remuneratività che per l'accresciuto rischio di inflazione) all'azionario.Riguardo l'ultimo elemento, i dati di crescita oltre le attese fanno propendere a una visione rialzista del corrente trimestre.

Nella settimana appena trascorsa le cattive notizie sono arrivate invece dall'Europa, con l'aumento del premio per il rischio del debito dell'area Euro, in particolare quello irlandese. Questo ha comportato nell'area euro ad un indebolimento del settore finanziario e degli indici ad alto contenuto finanziario, come Ftse Mib e Ibex, con vendite generalizzate, mentre ha premiato i settori ciclici come Basic Materials e Chimici. In ambito settoriale deboli Retail, Banche, Tecnologici e Utilities. L'ottima performance dei titoli del comparto dei materiali di basi va di pari passo con l'eccellente andamento di tutti gli indici emergenti, e del deprezzamento del dollaro. In ambito valutario, l'Euro mostra ancora forza verso il Dollaro USA e le altre valute, ma è chiaramente frenato dai problemi irlandesi; si apprezza rispetto all'Euro il Franco Svizzero (vedi grafico)

martedì, novembre 02, 2010

Settimana di borsa più volatile rispetto alle precedenti, con i mercati azionari internazionali che ritracciano sia per prese di profitto sia per il riaffaciarsi di nuovi timori per il comparto bancario globale. Per l'area Euro ritracciano con maggior forza Spagna e Regno Unito mentre fanno meglio Germania e Italia. Male il Giappone che mostra una maggior debolezza rispetto a tutti gli indici. Per i mercati emergenti segno più per il Messico e Malesia, mentre ritraccia pesantemente Turchia, la peggiore, dopo Brasile e India. America chiude la settimane leggermente in positivo. Bene l' S&p 500 che rimane rialzista nel breve dopo il superamento di area 1130 e il raggiungimento del primo obiettivo a 1170, ora punta verso i massimi del 2010 a 1220. Nasdaq e Dow Jones prossimi alle resistenze. Per l'indice più rappresentativo europeo, il Dax, continua la sua risalita dopo il superamento delle resistenze poste a 6300 punti. L'indice italiano rimane ancora ribassista nel medio periodo, mentre laterale nel breve. Per i settoriali area euro, prende forza il settore telecommunicazione e utilities, mentre perdono posizioni i titoli ciclici ; industriali, tecnologici e materiali in testa. Tra le valute da segnalare il recupero della sterlina sull'euro e il continuo apprezzamento in settimana dello yen. Bund : quotazione che dopo l'impennata in area 133 (resistenza) storna verso 128-129, supporto valente. Indicatori che escono dall'ipercomprato.

lunedì, ottobre 25, 2010


Dopo sei settimane di forti acquisti di asset rischiosi, il mercato in settimana si prende una pausa per consolidare i rialzi registrati.

Nel mercato azionario spicca l'indice tedesco Dax, di nuovo confermatosi come mercato ad alta forza relativa. Recupera anche la borsa Italiana sulla scia della buona performance del settore bancario.

Rimane poco mosso invece il mercato americano, mentre quello giapponese rimane senza spunti di rilievo. Si fermano anche i mercati emergenti in settimana tranne la Russia. Si conferma invece molto tonico l'indice azionario Turco.

Tra i settoriali europei, i maggiori rialzi in settimana sono stati il comparto auto, quello delle bevande e della chimica, mentre i maggiori ribassi sono stati registrati nei titoli farmaceutici, quelli dei media e delle telecomunicazioni. Nel mercato forex, l'Euro continua a segnalare la propria forza, in particolare verso Franco Svizzero e Sterlina Britannica. Deboli in genere le materie prime, con l'oro e i preziosi che stornano dopo settimane di rialzi. Le prospettive restono però favorevoli, per effetto della domanda dei paesi emergenti prevista nei prossimi mesi, e in alcuni casi per lo squilibrio previsto tra domanda e produzione, ma l'indebolimento della produzione globale nel quarto trimestre potrebbe agire da freno alle quotazioni.

I mercati rimangono in attesa del FOMC del 3 novembre in cui sarà più chiara la manovra che la Fed ha intenzione di intraprendere per contrastare un eventuale rallentamento economico e il pericolo deflazione. Se la Fed dichiarasse di voler proseguire il proprio obbiettivo di politica macroeconomica di stabilità dei prezzi e piena occupazione, allora, gli attivi più rischiosi ed obbligazioni high yield sarebbe favoriti dagli investitori.
Grafico Baltic Dry Index

lunedì, ottobre 18, 2010


Settimana dominata dal discorso di Ben Bernanke alla Fed di Boston sulle manovre che la banca centrale americana intende intraprendere per contrastare eventuali rischi deflazionistici. Il mercato rimane incerto non riuscendo a prevedere quale rischio si dovrà affrontare nei prossimi anni se un periodo di deflazione o di inflazione. Il rally dei Treasuries legati all'inflazione mostra il fatto che la Fed tenterà attraverso la prossima manovra di easing quantitativo, di aumentare l'inflazione. L'aumento della liquidità attuato attraverso il riacquisto di titoli di stato ha l'obiettivo di attuare una politica monetaria espansiva finalizzata a sostenere la crescita economica. L' "effetto ricchezza" si genererà dapprima nei mercati finanziari con la speranze di indurre successivamente a stimolare consumi e investimenti nell'economia reale. Queste possibili manovre hanno spinto sull'acceleratore i mercati azionari nella scorsa settimana, ma attenzione alle possibili ripercussioni sulla parte obbligazionaria, soprattutto sui titoli a più lunga scadenza.La seduta di mercoledì, in particolare, ha visto molti indici rompere importanti resistenze; un esempio la rottura del Dax di quota 6300 . Anche l'indice cinese è pronto a rompere la resistenza che lo ha bloccato a partire da metà dello scorso anno. Per il mercato valutario il dollaro continua a deprezzarsi: il movimento sembra per ora confermare che gli Stati Uniti continueranno ad indebolire il dollaro rispetto alle valute del resto del mondo. Sterlina rimane stabile. Ancora forti le materie prime, non solo tutti i metalli preziosi ma anche il comparto di quelli industriali. Da segnalare l'andamento dell'oro che ha toccato il prezzo record di 1381 dollari l'oncia prima di correggere; l'andamento di apprezzamento è stato sostenuto dalla possibilità di un forte aumento delle aspettative inflazionistiche. Anche il petrolio conferma il proprio movimento rialzista, spinto dal deprezzamento del dollaro ma anche da attese di forte incremento della domanda da parte dei paesi emergenti.

lunedì, ottobre 11, 2010


Nel corso della settimana è proseguito il movimento di rivalutazione di tutti i mercati spinti al rialzo dagli interventi messi a segno dalle banche centrali volti a sostenere la crescita economica. Questa situazione ha ridotto il rischio di ribasso dei mercati, aumentandone il potenziale rialzista di breve termine, nonostante i dati macroeconomici mostrino ancora una certa debolezza ( la stima Adp ha evidenziato infatti la perdita di 39.000 posti di lavoro a settembre in america deludendo le previsioni degli analisti che si attendevano invece la creazione di 20.000 posti). In settimana inoltre il rialzo del petrolio e quello generalizzato di tutte le commodities ha spinto all'insù tutti i mercati ricchi di materie prime. Per i mercati bene alcuni emergenti (Corea, India, Malaysia, Turchia) che segnano nuovi massimi di periodo, mentre il Brasile si avvicina al massimo precedente. Nella settimana appena chiusa il movimento al rialzo ha coinvolto anche le borse del Vecchio continente, confermando il Dax come mercato con la migliore impostazione tecnica e di trend. Molto importante per il perseguimento del trend la rottura della resistenza a 6300 punti. Tra i settoriali molto bene in Europa il settore Auto, Chimico, e Materiali di base, in coda invece rimane il settore Bancario, Assicurativo e Utilities.

Nelle valute, continua il rally dell'Euro verso Dollaro e Sterlina, avvicinandosi alle trendline ribassiste di lungo. La forza della valuta europea vanifica i rialzi per l'investitore europeo di materie prime e bond emergenti il cui andamento rialzista è visibile dal grafico allegato.

lunedì, ottobre 04, 2010


La settimana appena conclusa è stata caratterizzata da due temi principali: nel primo si sono rafforzati i timori sulla sostenibilità del debito dell'area Euro (Portogallo, Spagna e soprattutto Irlanda), dall'altro le buone notizie rinvenienti dall'economia americana che evidenzia una situazione positiva ( le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nell'ultima settimana sono scese a 453.000 unità, in misura superiore alle previsioni degli analisti che si attendevano un calo più contenuto, a 458.000 unità, migliori delle attese anche il Prodotto interno lordo, la cui lettura definitiva relativa al secondo trimestre a evidenziato un incremento dell'1,7%, superiore al consensus che era per una conferma del dato preliminare, a 1,6%, l'indice Chicago Pmi che a settembre è salito a 60,4 punti dai 56,7 del mese precedente, sorprendendo gli analisti che si attendevano un calo a 56 punti).

In settimana le preoccupazioni sui debiti sovrani dell'area Euro non sembrano tuttavia contrastare il rafforzamento dell'Euro, che recupera terreno verso la qualità totale delle valute.

Le preoccupazioni invece si sono fatte sentire sull'azionario europeo; (il dato peggiore l'ha segnato la Spagna con -2,83% , Francia -2.11% ). Bene invece l'azionario dei paesi emergenti con l'ottima performance del Brasile +3.82% seguito dal South Africa e dalla Russia con il 2,23% e 2,11% trascinati al rialzo dal prezzo del greggio.

Per quanto riguarda i settoriali per l'area euro da segnalare la maggior forza del settore Auto e Chimica e Industriali, mentre i peggiori rimangono il settore Bancario Assicurativo e infine Utilities.

Oro Petrolio e Bund laterali nel breve.

lunedì, settembre 27, 2010


La settimana appena trascorsa ha avuto un andamento molto particolare; molto fiacco fino a venerdì poi rialzi significativi su finire di seduta, convincenti per volumi. Probabili quindi nuovi allunghi e nuovi massimi di periodo. Questo riguarda sia gli indici più forti, per i mercati il Dax, per i settoriali con maggior forza (Personal, Chimica, Auto, Retail e Industriali), sia per quelli più deboli (vedi Ftse Mib). Da segnalare nell'ultima settimana il rafforzamento dell'Euro su tutte le principali valute; Dollaro, Sterlina e allo Yen. La settimana scorsa, infatti, è stata dominata dall'annuncio della Fed, che conferma di essere pronta a procedere ad un nuovo round di easing quantitativo. Ciò ha causato, come prevedibile, un deprezzamento del dollaro, un rally dei Treasuries e conseguente recupero dell'azionario e dell'oro. Venerdì a dare sostegno al movimento all'insù degli indici è stato, inoltre, il dato del leading indicator Usa che si è rafforzato più delle attere. Un aiuto è venuto anche dal ministro del Tesoro Usa; Geithner, fiducioso nella ripresa dell'economia.

lunedì, settembre 06, 2010


Settimana di positività delle borse internazionali che recuperano in maniera generalizzata. Gli incrementi oscillano tra il 3% e il 4% e arrivano dopo un mese di agosto di contrazione. Il rimbazlo è partito dalla parte bassa dell'indice americano S&P 500; sul frame weekly, infatti, tra 1030 e 1130, si sta giocando la partita per il trend dei prossimi mesi. Sulla scia delle borse americane, le borse europee chiudono la settimana in terreno positivo; da segnalare la perdita di forza dell'indice tedesco, il Dax, pur mantenendo un trend decisamente migliore rispetto ad altri indici. Soffre invece sul mercato azionario quello giapponese, spinto al ribasso dalla rivalutazione dello Yen. Tra le commodities, in laterale il greggio mentre l'oro si è riavvicinato ai suoi massimi storici. Il bund storna da quota 135, anche se non sono da escludere fiammate di recupero. Il mercato in generale attende segnali convinti ma solo il superamento di area 1130 di S&P 500 potrà dare linfa al movimento. In settimana a sostenere gli acquisti del mercato azionario hanno contribuito l'atteso report sul mercato del lavoro che se da un lato ha evidenziato un tasso di disoccupazione in rialzo al 9,6%, nel mese di agosto da 9,5% di luglio, in linea con le attese, dall'altro ha visto gli occupati nei settori non agricoli diminuire in misura inferiore alle attese: i posti persi sono stati 54.000, gli stessi del mese precedente (il dato è stato rivisto da -131.000 a -54.000 ) a fronte di attese per una contrazione di 106.000 unità. Gli indici inoltre in settimana si sono rafforzati soprattutto dopo le notizie incoraggianti giunte dall'Australia, il cui Prodotto interno lordo è risultato superiore alle attese, e dalla Cina, dove l'indice Pmi manufatturiero è tornato nel mese di agosto oltre i 50 punti, spartiacque tra contrazione ed espansione del settore.

lunedì, agosto 23, 2010

Seduta negativa quella di venerdì a Wall Street a causa dei timori per la ripresa economica. A pesare sull'umore degli investitori una serie di dati macroeconomici decisamente poco incoraggianti: le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione nell'ultima settimana sono salite a 500.000 unità, attestandosi sui massimi da novembre 2009, deludendo le previsioni degli analisti che si attendevano invece un calo a 480.000 unità. Delusione anche dal Superindice che, nonostante nel mese di luglio abbia mostrato un incremento dello 0,1% (-0,3% il dato rivisto relativo a giugno), si è attestato sotto il consensus, fissato a +0,2%, e dall'indice Philadelphia Fed, scivolando in agosto a -7,7 punti dai 5,1 di luglio, sotto le attese, ferme a 7 punti.
I dati hanno persino annullato quelli positivi diffusi giovedì prima dell'apertura, che hanno indicato un incremento del 13% per l'indice settimanale delle richieste di mutui (quelle per l'effettivo acquisto di un immobile hanno registrato una flessione del 3,4%) e del 17% per le domande di rifinanziamento.
Male ancora il settore immobiliare, con le licenze di costruzione che hanno registrato un calo del 3,1% a 565.000 unità, risultando superiore al consensus, fermo a 576.000 unità, e i nuovi cantieri edili che benchè in rialzo dell'1,7% a 546.000 unità, si sono rivelati inferiori alle previsioni degli analisti che si attendevano un rialzo a 560.000 unità.
In linea con le attese i prezzi alla produzione, saliti dello 0,2% (il dato "core" ha evidenziato un incremento dello 0,3%, superiore a quello dello 0,2% del consensus).
Migliore delle attese si è invece rivelata in settimana la produzione industriale che a luglio ha registrato un rialzo dell'1%, ben superiore al +0,5% previsto dal mercato, così come la capacità di utilizzo degli impianti, salita al 74,8% dal 74,1% di giugno, oltre il 74,5% atteso.
Infine da segnalare le indicazioni giunte dall'Università del Michigan, il cui indice di fiducia dei consumatori nella sua versione preliminare in agosto ha evidenziato un incremento a 69,6 punti dai 67,8 del mese precedente, attestandosi oltre le attese, ferme a 69 punti

martedì, agosto 03, 2010


Mercati molto indecisi in settimana. A beneficiarne sono stati in settimana i settori bancari e finanziari, sempre sulla scia degli stress test, di conseguenza gli indici spagnolo e italiano che hanno al loro interno una composizione sovrapesata sui titoli bancari. Negativi invece i mercati americani dopo un dato sul Pil sotto le attese. Interessante l'andamento del S&P 500 dopo la rottura dei 1100 punti martedì l'indice ha ritracciato mercoledì e giovedì, per poi chiudere recuperando i 1100 solo a chiusura di venerdì. La tenuta dei 1100 sarà molto importante per avviare un'inversione di trend rialzista.


Per quanto riguarda il mercato europeo, L'Eurostoxx 50 segna minimi crescenti ancora da confermare però l'avvio di un trend rialzista dopo i ribassi degli ultimi mesi; solo la rottura dei 2800 punti confermerebbe un'inversione di trend.


Il Dax ha una situazione molto simile all'Eurostoxx 50, molto importante sarebbe il superamento dei 6350 punti: massimo precedente. Il nostro indice, invece, Ftse Mib, rompe la resistenza a 21000 punti, prossimo obbiettivo la ricopertura del gap del 28 aprile a 22000 punti circa. Da confermare ancora se il superamento dei 21000 punti possa essere un falso segnale "una trappola" per un ritorno al trading range precedente, agosto ne sarà il banco di prova.


Sul fronte delle commodities, continua la fase di debolezza dell'oro mentre il petrolio conserva il suo trend lateral positivo. In ambito valutario, ancora tonico nel breve l'Euro verso il Dollaro mentre la Sterlina ha guadagnato posizioni.


Grafico andamento interessante: Euribor 1 3 6 mesi

martedì, luglio 27, 2010


Nella settimana degli stress test per le banche europee, i mercati internazionali hanno fatto segnare buoni progressi. In primo piano soprattutto i mercati emergenti: Brasile, Russia e Cina hanno chiuso una settimana con rialzi superiori al 4%, ma anche il mercato turco mostra decisamente una maggiore forza rispetto ad altri indici.

Seduta in netto rialzo la scorsa settimana in america grazie anche alle buone indicazioni giunte dal fronte societario. Neppure i dati negativi provenienti dal mercato del lavoro hanno intimorito i mercati. Gli acquisti si sono poi intensificati in settimana sulla scia delle notizie giunte dal settore immobiliare e dal superindice che ha sorpreso lievemente le stime al ribasso degli analisti.

Le borse stanno in generale migliorando la situazione tecnica e quelle in cui il trend già lo era, come il Dax, confermano la positività della tendenza.

Per L'S&P 500 dopo aver fatto segnare minimi decrescenti, il trend migliora, ne è conferma il superamento della dinamica ribassista di medio. Molto importante ora il superamento delle resistenze a 1110 e 1150.

Per quanto riguarda l'Europa, ancora bene il comparto dei titoli industriali, le auto, il food&beverage e i beni per la casa/persona. Bene anche il settore bancario, dopo gli stress test male invece il settore Health Care. Sul fronte monetario, l'Euro si indebolisce verso Dollaro e Sterlina. In ambito obbligazionario, debole il Bund mentre i paesi emergenti mantengono un trend invidiabile.

Tra le commodities, bene anche il petrolio che recupera delle posizioni mentre l'oro ha ancora una bassa forza nel breve termine, pur conservando un trend positivo nel medio lungo.

Grafico Gold


lunedì, luglio 19, 2010


Venerdì i mercati hanno chiuso con forti ribassi e con chiusure vicine a minimi intraday. Per quanto riguarda gli indici americani i forti ribassi di venerdì confermano il trend ribassista in atto: manca però ancora la violazione del minimo precedente per completarne il trend. Sull'Europa, l'Eurostox 50 chiude la settimana con un forte ribasso, per ora l'indice però mantiene una configurazione tecnica migliore rispetto a quella americana. Il ritracciamento di venerdì dell'indice ue infatti segue una serie di rialzi consecutivi, avvenuti nella prima metà del mese di luglio: potrebbe quindi essere salutare una pausa e un ritracciamento prima di riprendere nuovi rialzi, anche questo però da confermare in settimana.

La chiusura molto debole di venerdì degli indici americani è stata generata dalla delusione per i dati di bilancio del secondo trimestre riportati da alcuni grandi compagnie, come General Eletric, che è risultata sotto le attese degli analisti. Anche i risultati del secondo trimestre delle banche statunitensi (Jpm Morgan, Bank of America, Citigroup), pur positive non hanno entusiasmato il mercato.Oltre le trimestrali, anche i dati macroeconomici americani della settimana mostrano un indebolimento del quadro economico americano. Le minute della Fed del 22 e 23 giugno segnalano un lieve ridimensionamento delle stime di crescita ed un lieve aumento di quelle relative alla disoccupazione. La Fed infatti prevede che con l'attuale trend di crescita il vuoto di attività causato dalla crisi non sarà colmato prima di 4 -5 anni. E' proprio il commercio estero e la manifattura che contribuiscono a limare le stime di consenso sulla crescita americana del secondo trimestre. Infine l'andamento deludente del mercato del lavoro è alla base del deterioramento della fiducia dei consumatori in luglio, espressa dall'indice elaborato dall'Univeristà del Michigan.

Per quanto riguarda gli indici internazionali hanno ripiegato in modo più vistoso gli indici più deboli, come il Ftse Mib e Ibex, mentre il Dax e Nordici confermano la loro forza.

Per quanto riguarda i settori europei la scorsa settimana recuperano quello dell'Auto e degli energetici mentre cedono il passo i Bancari e gli Assicurativi e le Risorse di base. Tra le valute, l'Euro continua la fase di rimbalzo slegandosi di fatto dalla correlazione positiva con i ribassi di mercato. La valuta europea guadagna posizioni su Dollaro e Sterlina. Ancora laterale il trend del petrolio, mentre l'oro sta attraversando una fase di debolezza nel breve. Bund mantiene invece un'impostazione laterale di breve, mentre rimane rialzista di medio e lungo vedi grafico.

martedì, luglio 13, 2010



Settimana di rimbalzo tecnico per i mercati internazionali che ritrovano la forza per allontanarsi dai bassi livelli raggiunti nelle ultime settimane. I motivi del rialzo sono da ritrovarsi nel cambiamento del mercato sulle prospettive di tenuta del trend economico mondiale decisivo per il miglioramento del trend di breve periodo.
Il cambiamento di sentiment è da imputare alle previsioni sugli esiti degli stress test sugli istituti bancari, che non "dovrebbero" dare sorprese visto che la loro pubblicazione è prevista per il 23 luglio, e dai settori ciclici come Finanziari, Auto, Risorse di base. Il rafforzamento dell'Euro ne è una dimostrazione, molto più tonico rispetto alle altre valute: sterlina, yen e franco svizzero.
Per il mercato azionario americano i rialzi della scorsa settimana sono state alimentati dai dati positivi sul fronte occupazionale (richieste settimanali sussidi di disoccupazione sono scese a 454 mila unità ) e dal report del Fondo Monetario Internazionale che nel report di aggiornamento di luglio ha rivisto le stime sul Pil degli Stati Uniti nel 2010 e nel 2011 (rispettivamente del 3,3% per il 2010 e del 2,9% nel 2011).


Per quanto riguarda l'andamento degli indici:

Mercato Americano

S&P 500: dopo aver violato i minimi raggiunti a maggio e giugno, soglia importante per impedire il cambiamento del trend generale, l'indice si appoggia a 1020 per poi ripartire al rialzo: rimbalzo tecnico.
Nasdaq Composite: l'indice è ancora forte rispetto ai titoli industriali, anche se la forza dell'indice è in calo nelle ultime settimane. Importante che l'indice mantenga i supporti e superi il massimo precedente a quota 2350.
Dow Jones Industrial: trend di lungo indebolito dalla rottura dei supporti in area 10000-9900 punti.


Mercati europei:

Il Dax: indice più rappresentativo europeo ha nuovamente toccato i massimi di periodo. La situazione tecnica è migliore rispetto agli indici europei anche i il trend sta perdendo forza. Prossima resistenza 6100.
Ftse Mib: l'indice mantiene una bassa forza relativa rispetto all'azionario europeo anche se la situazione è migliorata da giugno.




Mercato Materie Prime:

Oro: fase di debolezza nel breve anche se l'impostazione tecnica di lungo rimane positiva
Petrolio: rimane in un trend sostanzialmente laterale.
Bund : quotazioni che stazionano sui massimi. (vedi grafico)

lunedì, luglio 05, 2010


Settimana negativa per i mercati internazionali che in modo generalizzato mostrano ribassi su tutti gli indici. Le vendite sono state innescate dal timore di un rallentamento dell'economia mondiale, in particolarmodo dell'economia cinese ; in settimana è uscito il Superindice cinese +0,3% a fronte del 1,2% del mese precedente.


Dal punto di vista tecnico i mercati americani hanno violato i minimi di giugno, confermando la formazione di un trend ribassista. Questa considerazione rende necessaria una interpretazione più prudenziale e più opportunistica nell'affrontare i mercati dei prossimi mesi. La ripresa di un trend positivo non è comunque del tutto da scartare, ma solo il mercato potrà confermarlo nei prossimi mesi, con il recupero e il mantenimento dei supporti violati.


Dal punto di vista macroeconomico sui listini hanno pesato i dati sul mercato del lavoro americani diffusi prima dell'inizio delle contrattazioni venerdì; sebbene il tasso di disoccupazione a giugno sia sceso al 9,5% dal 9,7%, del mese precedente, la perdita di posti di lavoro nei settori non agricoli, pari a 125.000 unità, si è rivelata superiore al consensus che era fissato a 100.000. A deludere sono stati poi anche i dati sugli ordini all'industria, dimuniti dell'1,4% a maggio a fronte di attese per un calo più contenuto, pari allo 0,6%. Il rallentamento economico è stato confermato anche giovedì dalle richieste di sussidio alla disoccupazione rivista al rialzo a 472.000 unità (stima a 452.000). Inoltre sotto le attese sono stati anche ; l'indice Ism manifatturiero, sceso nel mese di giugno a 56,2 punti, e quello relativo alle vendite di case con contratti in corso che a maggio ha registrato un crollo del 30%, ampiamente superiore alle previsioni degli analisti che si attendevano una flessione più contenuta, del 12,5%. Solo la spesa per costruzioni ha sorpreso positivamente, segnando comunque un calo dello 0,2% a maggio (-0,8% le attese). Non hanno fatto meglio i dati sulla creazione dei posti di lavoro nel settore privato che nel mese di giugno hanno registrato 13.000 posti a fronte dei 60.000 attesi , mentre contiene i cali l'indice Pmi di Chicago che, pur registrando un calo a 59,1 punti dai 59,7 di maggio, si è attestato sopra il consensus, fissato a 59 punti. Infine da segnalare inizio settimana scorsa il crollo della fiducia dei consumatori americani ; l'indice a sorpresa è crollato a 52,9 punti nel mese di giugno dai 62,7 del mese precedente (stima 62,8 punti).


S&P 500: ha violato infatti i minimi raggiunti a maggio e a giugno, soglia fondamentale per impedire il cambio di trend generale. Anche le medie mobili denotano debolezza, invertendo la loro direzione al rialzo.
Nasdaq Composite: l'indice ancora forte rispetto ai titoli industriali, anche se la forza relativa è in leggero calo nelle ultime settimane.
Dow Jones Industrial : trend di lungo messo in pericolo dalla rottura dei supporti in area 9900-10000. Ora i livelli di sostegno sono a 9400/9500, poi area 8700.

Per quanto riguarda i Mercati Europei;

Per i mercati europei pesa la notizia che Moody's potrebbe declassare il rating del debito pubblico della Spagna di due "notch" alla luce delle deboli prospettive di crescita del Paese.
Dax: l'indice ha una situazione tecnica migliore ad altri indici europei, anche se il trend sta perdendo forza.
Per quanto riguarda il Ftse Mib, l'indice mantiene la cronica debolezza in termini relativi rispetto all'azionario europeo. L'indice sta già facendo registrare massimi descescenti.

Avanzano in settimana i comparti difensivi, perde posizione l'oro mentre si rafforza il Bund.

lunedì, giugno 28, 2010

Cross Eur/Gbp
Settimana di debolezza per le borse che retrocedono in modo sensibile dalle posizioni guadagnate nelle ultime due settimane precedenti. Le correzioni hanno riguardato tutte le borse dei paesi sviluppati con cali nell'ordine del 3-4% ; in controtendenza le piazze dei paesi emergenti di Hong Kong, India e Corea.

La settimana scorsa l'apertura era stata caratterizzata da un'ampio rialzo in avvio di settimana sulla scia della decisione della Cina di ampliare la banda di oscillazione dello yuan. I mercati hanno poi nel corso della settimana ceduto terreno principalmente per i dati deludenti provenienti dal settore immobiliare americano ai minimi storici ( vedi vendite di case esistenti a -2,2% e vendite di case nuove crollate a maggio a 300.000 unità -32% ). L'economia americana mostra segnali di debolezza per quanto riguarda la crescita, in settimana è uscito il dato definitivo sul Pil relativo al primo trimestre, rivisto a + 2,7% deludendo le previsioni degli analisti, i quali si attendevano una conferma del dato preliminare, a 3%. Fed ha inoltre lasciato i tassi invariati ...

In settimana ha pesato anche il settore bancario appesantito dal taglio di rating di Fitch su Bnp Paribas e dalle rinnovate tensioni sul debito pubblico di alcuni paesi periferici europei; galloppano in avanti i Cds e spread sui titoli di Stato della Grecia che hanno infatti superato i 1000 punti base.

Oltre al comparto bancario anche il comparto petrolifero in settimana ha registrato forti ribassi, trascinato in basso da British Petroleum. Favoriti invece i Beni per la casa/persona, industriali, chimici e alimentari; si confermano il mix che performa meglio nell'attuale fase.

In ambito valutario, l'Euro perde alcune posizioni recuperate nelle scorse settimane, sostanzialmente contro tutte le valute; in particolare la Sterlina fa segnare nuovi massimi di periodo (vedi grafico). In leggero ribasso l'oro dopo il top registrato nell'ultima settimana. La debolezza dell'azionario favorisce l'obbligazionario governativo.

Situazione tecnica americana:

S&P 500 si appoggia ai 1050 punti, dai quali è ripartito per toccare 1100 punti. L'indice tenta quindi di migliorare nel medio periodo, da verificare però se questo possa essere l'inizio di un rimbalzo tecnico.

Nasdaq Composite; l'indice ancora forte rispetto ai titoli industriali. Obiettivo di breve il raggiungimento dei 2350 punti.

Dow Jones : trend di lungo ancora positivo. Rimane per ora su supporti in area 9900- 10000 punti. Queste quote rappresentano livelli importanti per la sopravvivenza della tendenza positiva.

Situazione tecnica europea:

Dax: ha toccato nuovamente i massimi di periodo raggiunti in area 6300 punti. La sua situazione tecnica quindi è assai migliore rispetto ad altri indici europei. Un' ulteriore allungo potrebbe arrivare al superamento dei 6300 punti.

Ftse Mib: rimane molto debole con massimi decrescenti, possibile tentativo di rimbalzo tecnico.

lunedì, giugno 21, 2010

Grafico Andamento Oro.
Seconda settimana positiva per le borse internazionali che riescono a mantenere un tono positivo dopo il recupero della settimana scorsa.Gli indici sono stati spinti dal settore bancario (MSCI Europe Bank + 6,21% performance 1 settimana) che ha dato a sua volta forza ad altri settori, tra cui quello industriale e auto. A benificiare del rialzo del settore finanziario sono stati inoltre l'indice azionario spagnolo e italiano, in cui il settore bancario ha un peso di rilievo. La settimana è stata quindi positiva nonostante non tutti gli asset si sono mossi come ci si aspettava. Il rialzo dell'azionario non è stato accompagnato dal deprezzamento dell'oro e del franco svizzero che si sono invece apprezzati confermando l'esistenza che certe tensioni sull'azionario non sono ancora state assopite. Questa ipotesi è confermata anche dai dati macroeconomici che sono usciti in settimana e dal comportamento positivo delle borse che comunque li ha ignorati.


Mercato Americano,


L'appoggio del S&P 500 sui 1050 punti ha dato sostegno all'indice arrestandone il ribasso. Gli obiettivi sono ora il superamento della resistenza a 1150 punti a conferma di un ritrovato miglioramento della situazione dell'indice. Molto importante la tenuta dei supporti per non incorrere in un'inversione di trend di medio periodo.

Il Nasdaq : l'indice è ancora forte rispetto ai titoli industriali. L'indice ha toccato un minimo a 2137 punti anche se rimane ancora lontano dai massimi dei 2450-2550 punti di aprile.

Il Dow Jones mantiene un trend positivo soglia importante di supporto è 9900 -10000 punti.


Mercati Europei,


Il Dax, l'indice più rappresentativo dell'area euro ha raggiunto i massimi precedenti a 6300 punti, vedere in settimana se supera i vecchi massimi o se ritraccia per riprendere fiato.

Il Ftse Mib, l'indice nostrano, nonostante la cronica debolezza rispetto ai principali indici europei, sta vivendo un rimbalzo tecnico e si avvicina ad una resistenza intermedia a 21.293 punti.

lunedì, giugno 14, 2010


Finalmente le borse, dopo settimane di debolezza, hanno mostrato una reazione ai ribassi, concludendo in positivo la settimana uscente. Il punto chiave per ora rimane la tenuta del supporto dell'S&P 500 e il superamento della resistenza, vero test di prova per la conferma di un ritrovato trend positivo di breve. Sul fronte macroeconomico venerdì dati in chiaroscuro; nella prima parte delle giornata i listini sono risultati appesantiti sia dai dati sulle vendite al dettaglio che a maggio sono diminuite dell'1,2% , deludendo le attese che erano invece per un incremento dello 0,2% (-1,1% il dato al netto della componente auto a fronte dei attese per un +0,1%), sia da quelli sulle scorte delle imprese che in aprile sono aumentate dello 0,4% (+0,5% il consensus). A risollevare l'umore degli investitori ha contribuito la lettura preliminare dell'indice di fiducia dei consumatori elaborato dall'Università del Michigan che a giugno ha evidenziato un rialzo a 75,5 punti dai 73,6 punti del mese precedente. Il sentiment del mercato inoltre è migliorato a seguito delle notizie sul deficit commerciale Usa salito ad aprile a 40,3 miliardi di dollari, in misura inferiore al consensus che era per un incremento a 41,3 miliardi. Le indicazioni positive giunte dal resto del mondo, con le esportazioni cinesi aumentate del 48,5% a maggio, il Pil giapponese cresciuto oltre il consensus nel primo trimestre, l'occupazione in Australia salita per il terzo mese consecutivo e, non ultime, le dichiarazioni del presidente della Banca centrale europea che, dopo aver lasciato il costo del denaro all'1% intravede per il futuro un piccolo rialzo dei tassi, hanno fatto il resto.

Per quanto riguarda i principali indici:

Le quotazioni dell'indice americano più rappresentativo, S&P 500, ritestano i minimi del 6 maggio senza violarli. Per ora il trend rimane positivo, anche se migliorerebbe al superamento della resistenza che da un mese a questa parte respinge l'indice in basso.

Nasdaq Composite: l'indice è ancora forte rispetto ai titoli industriali. L'indice si appoggia per ora al supporto primario, utile come base per ripartire.

Per quanto riguarda il Dow Jones Industrial: trend di lungo ancora positivo che tocca i supporti in area 9900 - 10000. Queste quote rappresentano i livelli importanti per la sopravvivenza della tendenza primaria.

Per quanto riguarda l'azionario Europa; il Dax rimane in trend positivo, mostrando una certa forza rispetto al restante azionario area Euro. Molto importante il proseguimento del rimbalzo messo a segno l'ultima settimana per scongiurare un cambiamento nel trend di medio lungo periodo.Il nostro indice Ftse Mib rimane in trend negativo di medio lungo periodo; rimbalza dalla trend di medio ribassista ma rimane molto debole rispetto all'azionario europeo.

Nell'ultima settimana si rileva un recupero dei minimi da parte dell'Euro rispetto alle altre valute. Tra le materie prime, rimane su quotazioni molto alte l'oro mentre il petrolio, pur restando laterale, ha dato segnali di rialzo. Per quanto riguarda i settoriali, in recupero i comparti di Costruzioni, Auto, Banche e Risorse di base. In recupero anche i paesi emergenti: soprattutto nell'area centro sudamericana.

lunedì, giugno 07, 2010



Chiusura di settimana da dimenticare a Wall Street dove venerdì si è assistito ad un prepotente ritorno delle vendite. A pesare sui listini sono stati i dati sostanzialmente negativi giunti dal mercato del lavoro: se infatti il tasso di disoccupazione a maggio è sceso del 9,7% dal 9,9% del mese precedente, sorprendendo gli analisti che si attendevano un calo più contenuto, al 9,8%, hanno deluso le indicazione sull'occupazione nei settori non agricoli, dove i posti creati a maggio sono stati pari a 431.000, ben al di sotto delle 500.000 unità del consensus. L'accelerazione alle vendite venerdì è stata inoltre causata dall'indebolimento dell'euro, complici due notizie bomba; i debiti degli stati e la fragilità dei conti delle banche. Le notizie secondo cui anche l'Ungheria avrebbe problemi di sostenibilità finanziaria al pari o quasi della Grecia ha messo in allarme tutti gli operatori, sia per l'ormai famoso concetto di "contagio", sia per le ripercussioni sugli istituti finanziari che hanno una esposizione su quel mercato. Hanno inoltre inciso sulle vendite le novità riguardanti una banca europea (Sociètè Gènerale): l'istituto francese avrebbe sofferenze cospicue nell'ambito della divisione derivati.
In settimana tra le notizie di un certo rilievo, da sottolineare le dichiarazioni da parte della BCE circa la necessità delle banche europee di apportare delle operazioni di ricapitalizzazione per poter affrontare un probabile aumento delle svalutazioni (stima 90 miliardi nel 2010, 100 miliardi nel 2011).

Volatilità in crescita il Vix oscilla intorno ai 30-35,50 punti.

Per quanto riguarda gli indici un richiamo alla cautela è d'obbligo, in particolare:

Per quanto riguarda l'Eurostoxx50, l'indice ha mostrato un primo allarme per una inversione di trend da laterale a ribassista, senza però confermarlo.

L'S&P 500 non ha ancora dato nessun allarme di inversione di trend, ma ha continuato nell'ultima settimana a ritestare il minimo precedente senza violarlo. Rimane quindi ancora da capire il trend in atto, per ora rimane rialzista.

Il Nasdaq, ha una situazione migliore all'S&P500, ricordiamo che l'indice l'anno scorso ha trainato i listini al rialzo. Per ora il trend rimane rialzista, minimo superiore a quello precedente.

Il Dax, l'indice più rappresentativo dell'area euro rimane rialzista, da vedere come la crisi ungherese possa influire sulla forza dell'indice tedesco.

Ftse Mib rimane ancora molto debole, affossato dai bancari, per quanto riguarda il trend in atto, l'indice si appoggia al supporto di una figura ad espansione senza violarla.
Per concludere cross Euro Dollaro negativo su tutti i frame (sia sul breve che sul lungo periodo) vedere grafico allegato

lunedì, maggio 31, 2010

La scorsa settimana gli indici ritornano a ritestare i minimi toccati i primi giorni di maggio senza violarli. La settimana è stata fondamentalmente di recupero per i mercati che dopo un inizio non proprio esaltante hanno reagito sulla scia dei buoni dati macro e delle rassicurazione della Cina; il Fondo Sovrano Cinese CIC (China Investment Corp.) ha confermato che gli investimenti in Eurolandia non saranno ridotti. Questi valori su cui si sono appoggiati gli indici sono molto importanti, perchè una loro violazione rappresenterebbe un peggioramento del trend primario, sia per l'area euro che quella americana. A livello settoriale in Europa, ancora deboli la scorsa settimana il settore bancario, petrolifero ed utilities, mentre forti i settori dei beni per la persona, gli industriali e gli alimentari/bevande. Rimangono tonici l'oro e il Bund, mentre l'Euro alterna sedute di recupero ad altre di correzione.
Da segnalare il down grade del rating della Spagna operato da Fitch venerdì a mercato europeo chiuso; l'outlook della Spagna rimane stabile il rating AA+.

mercoledì, maggio 26, 2010

Ieri giornata nervosa. Indici americani molto negativi in apertura, future sotto di quasi 2% sui principali indici Usa. Gli indici hanno ritestato i minimi del 6 maggio, giornata in cui Dow Jones ha toccato i 9872,60 punti per via di un errore telematico. I minimi precedenti ieri non sono però stati violati; in serata infatti tutti e 3 gli indici americani hanno recuperato chiudendo sopra. In Europa invece l'indice più rappresentativo del mercato zona euro , il Dax, ha recuperato come hanno fatto gli indici americani il minimo precedente del 7 maggio. L'indice italiano invece molto più debole tocca minimi sempre più bassi. Da Ottobre l'indice disegna una figura di espansione; potrebbe rappresentare una figura di inversione. Ftse 100 invece rimane un po' indietro rispetto al Dax, chiude infatti sotto il minimo precedente a 5045,35 ; vedere se recupera oggi.

lunedì, maggio 24, 2010


La settimana appena trascorsa conferma il trend ribassista di breve e medio periodo. Gli indici si trovano ora alla ricerca di un valido supporto. Le tensioni infatti sul cross Euro/Dollaro sono durate tutta la settimana e sono notevolmente peggiorate dopo le dichiarazioni della Germania "sulla necessità di maggior rigore sui conti pubblici da parte dei paesi europei, pena il fallimento del progetto europeo". Sull'umore degli investitori hanno pesato anche alcuni dati macroeconomici proveniente dall'America, in particolare quello relativo al mercato del lavoro, con le richieste di sussidi alla disoccupazione aumentate nell'ultima settimana a 471.000 unità (vs attese per 440.000). A deludere è stato anche il Superindice, che nel mese di aprile ha registrato una flessione dello 0,1% a fronte di un consensus fissato a + 0,2%.

Sul mercato americano, molto importante, la tenuta per S&P500 del supporto fissato sul minimo toccato dall'indice all'inizio del mese di maggio, una sua violazione presenterebbe un segnale di peggioramento del trend primario.

Nasdaq Composite, invece, ancora forte rispetto ai titoli industriali. Le medie mobili fungono da supporto, molta forza per i titoli del High Tech.

Per quanto riguarda il Dow Jones Industrial: trend di lungo ancora positivo venerdì test importante con violazione del supporto e poi recupero. La tenuta dei supporti questa settimana risulta necessaria per la sopravvivenza del trend primario.Da segnalare venerdì poco dopo l'apertura del Dow Jones di una falsa rottura di un minimo di certa importanza con immediato recupero del livello in modo particolarmente repentino. Solitamente il cambio di direzione ha come conseguenza la ricopertura di chi si è messo short sulla rottura del minimo provocando un'accelerazione dei prezzi nella direzione contraria alla rottura.

Per quanto riguarda l'area euro; il Dax , l'indice più rappresentativo, si riporta vicino ai sostegni, per cui molto importante una loro tenuta. La forza dell'indice rispetto all'azionario europeo è in decisa salita.

Il Ftse Mib mantiene invece maggior debolezza rispetto all'azionario europeo, essendo in continuo calo. Sulla tenuta dei minimi di maggio possibili rialzi da rimbalzo tecnico.

La scorsa settimana il cross Euro/Dollaro ha influenzato notevolmente le Borse europee; le giornate in cui il cambio si deprezzava maggiormente concidevano con quelle in cui le Borse facevano segnare i maggiori ribassi. Vedere se il cambio tiene tiene il supporto in area 1,24/1,25.